Teatro

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Anime Perse dai racconti di Umberto Piersanti

Narrazione a due voci di quattro racconti tratti dall'omonimo libro del poeta Umberto Piersanti che descrivono altrettanti fatti delittuosi realmente compiuti da persone che sono o sono state ospiti di centri di recupero del Montefeltro. Quelli che un tempo si chiamavano “Manicomi criminali”. Fatti di emarginazione sociale, reati - certo - commessi da individui affetti da gravi disturbi psichiatrici. Vicende che Piersanti descrive senza indulgere a moralismi, senza giudicare, con la delicatezza e l’immaginazione del poeta. “Anime Perse” è un viaggio in alcune delle dimensioni più oscure e perturbanti dell’animo umano. Un viaggio che non si conclude mai lasciando aperta la strada del dubbio e della compassione. Da dove vengono queste persone? Che cosa è scattato nelle loro menti? Che cosa pensano ora, come vivono? Ci potrà mai essere per loro una qualche redenzione? Sono le domande che ci facciamo davanti a queste storie, a questi lampi di vite smarrite che non hanno trovato la pace. [A.A]

Cassandra di Alessandro Pertosa

I temi portanti di questa Cassandra sono quelli del tempo e del rimpianto. Chi ha desiderato ed ottenuto il dono della profezia vive sospeso in un astratto, infinito presente. Per tutti il passato è il regno del rimpianto, il luogo dell'ineluttabile, del già compiuto. Ma per chi ha avuto il dono-dannazione della profezia il tema del rimpianto si proietta all'infinito e non v'è nessuna salvezza possibile neppure nel futuro. L'unico scampo all'inferno della veggenza è la fuga in viaggi immaginari, impossibili e romanzeschi. In questo monologo di Alessandro Pertosa la Cassandra mitologica rimane sullo sfondo, presupposta, mentre a svelarsi (e ri-velarsi) e il suo mondo interiore, l'intimo straziante dolore sotteso al conoscere. La schiacciante violenza della verità [A.A]

Marcovaldo di Italo Calvino

“Marcovaldo” è un libro che tutti abbiamo letto e dimenticato. Letto perché contenuto in parte nelle antologie della scuola media l’abbiamo dimenticato proprio per lo stesso motivo. E poi perché rimanda ad un periodo della nostra storia che seppur di fresca data è oggetto di involontaria rimozione; quasi si trattasse di occultare una colpa, seppellire una vecchia vergogna. Nel personaggio di Marcovaldo è contenuta una purezza che oggi facciamo fatica a riconoscere nostra ed è proprio questo uno dei motivi per cui ci è sembrato importante ritornarci su. Una voce narrante, quella di Andrea Anconetani, legge quattro tra i più bei racconti di “Marcovaldo”. Far ascoltare invece i suoni sferraglianti della città e quelli più intimi e leggeri che sono propri del mondo poetico del protagonista è compito di Davide Eusebi che li disegna efficacemente con le sue percussioni.

Gli infiniti ritorni di Ulisse

Conversazione teatrale

Questo spettacolo, che ha debuttato nell’estate del 2019 per T.A.U. (Teatri Antichi Uniti) è un’indagine sulla figura dell’eroe omerico nelle metamorfosi da lui assunte nei secoli. Da personaggio simbolo del nostos a ricercatore che segue “virtute e canoscenza”, fino al moderno paladino del progresso e delle grandi scoperte. In tal senso Odisseo ha letteralmente plasmato le fondamenta culturali dell’Occidente

In repertorio (non più disponibili)

Giorni Felici di Samuel Beckett

Happy Days” è un’espressione che gli inglesi usano comunemente per indicare, in senso ironico, i “bei giorni passati”. Ed è di questo che ci parla “Giorni Felici”: del tempo; del tempo passato, soprattutto, del trascorrere inesorabile del tempo in quel deserto che è la vita. Di come per trascorrerlo questo tempo si sia coartati ad eseguire, ritualmente, azioni consolanti quanto vuote a proferire incessantemente parole con le quali si prova a riempire i vuoti. Di come la costrizione estrema sia condizione dell’esistere: “legge di natura”, che nega la tensione a volar via: “in su, nell’azzurro, come una piuma”. Non ci è dato che il passato ma solo nello struggente ambito della memoria; del futuro non v’è che il presagio liberatorio della morte, del ritorno all’inorganico, al quale però, nel suo feroce aggrapparsi alla vita, il vivente non può cedere, dilaniato tra due tensioni opposte, verso il basso e verso l’alto. Testo di estrema complessità, colmo di rimandi e ossessioni, quello di “Giorni Felici” costituisce anche una grande prova d’attrice che Paola Giorgi affronta con coraggio e compiuta maturità artistica.

Apocatastasi di Alessandro Pertosa

"Apocatastasi" è un testo originale di Alessandro Pertosa (filosofo, saggista e drammaturgo). Il tema viene affrontato metaforicamente attraverso l'incedere ciclico di scene che non evolvono in alcuna direzione sostenute da un fitto dialogo tra le due protagoniste (una madre in fin di vita ed una figlia) in cui la parola rimane incapace di aprire orizzonti di senso pur evocando un'attesa che potrebbe rimanere sempre frustrata.