Teatro

Attualmente in cartellone

Con: Gianluca Budini e Rodolfo Salustri 

drammaturgia Alessandro Pertosa, musica originale, ambienti sonori e suono binaurale Marco Fagotti, scene Massimiliano Orlandoni, regia Andrea Anconetani

Il Cancello di Alessandro Pertosa

Il cancello è un’ossessione. Delimita uno spazio mentale che si chiude progressivamente al mondo e scivola verso la follia. E la follia consiste nel separare lo spazio interno (della coscienza) da quello esterno (della realtà). Robert, uomo senza qualità, incontra Gabriel. Ma Gabriel non è un’altra persona. Gabriel è la passione che Robert ha gettato nel cimitero della sua mente, insieme a Ofelia, l’amore. Robert si illude di poter vivere senza passione e senza amore, ma per quanto si sforzi di allontanare da sé queste due componenti vitali, queste continuano a riemergere. Gabriel e Ofelia sono lì, sempre più presenti, fin quando Robert - perso nella sua follia - nel tentativo di uccidere Gabriel in realtà uccide se stesso. Perché chi pretende di vivere senza amore e senza desiderio muore senza averne coscienza.

Lo spettacolo è concepito per condurre i partecipanti in un’esperienza sonora immersiva, per introdurre lo spettatore nel medesimo ambiente nel quale si muovono gli attori. Un ambiente che altro non è se non la mente del protagonista. Per questa ragione abbiamo scelto di utilizzare delle tecnologie audio binaurali capaci di spazializzare i suoni (sia ambientali che musicali che delle stesse voci degli attori) e di eseguire lo spettacolo con il pubblico in cuffia in modo che l’esperienza dello spettatore sia coinvolgente e realistica al massimo grado.

Con: Melania Fiore e Giorgio Sebastianelli 

drammaturgia Alessandro Pertosa, musica originale Frida Neri, scene Massimiliano Orlandoni, costumi Claudia Foresi, assistente di regia Alessandra Cavallari, regia Andrea Anconetani

Antigone di Alessandro Pertosa

Questa rivisitazione di Antigone, scritta da Alessandro Pertosa, si svolge nei meandri della mente di Creonte. Ciò che accade è una proiezione degli incubi che perseguitano il Re di Tebe, dopo aver mandato a morte sua nipote, rea di non aver rispettato la legge della Città. Creonte sa di avere ragione, sa che il diritto è dalla sua parte, ma nel fondo della coscienza qualcosa lo turba. E così Antigone torna, in varie forme, a tormentargli il sonno. Torna a dirgli che la legge del potere e quella del cuore non possono coesistere. E che chi vuole risolvere la vita, chi pensa di poter dettare le regole deve far i conti comunque con la contraddittorietà del reale, che produce dolore e strazio: perché il cerchio non si chiude, i conti non tornano mai. Legge e cuore, potere e amore confliggono da sempre. Queste due condizioni opposte si equivalgono: l’una non è maggiore dell’altra. Entrambe hanno pari dignità. Entrambe hanno ragione di esistere. E anche se si elidono a vicenda, anche se non c’è alcuna possibilità di farle coesistere, stanno lì, con la loro forza contrapposta a dilaniare chiunque ne subisca il feroce dominio.

Con: Francesca Lattanzio 

drammaturgia e regia Andrea Anconetani

Majakovskij di Andrea Anconetani

Ippodromo di Mosca, 13 maggio 1929. La giovane attrice Veronika Polonskaja incontra l'uomo che cambierà radicalmente la sua vita. Si tratta del poeta Vladimir Majakovskij. Lui è un intellettuale all'apice della fama, un'autorità indiscussa, lei una ragazzina appariscente ed un po’ ingenua. La scintilla scatta inevitabile. Veronika, diventa la donna segreta del poeta. Dopo un breve periodo iniziale in cui il rapporto tra i due vive momenti di intensa, depensata felicità inizia però una spirale distruttiva che li risucchia in un vortice di incontri, partenze, confessioni, litigi. Un periodo fosco e difficile che termina il 14 aprile del 1930 con il suicidio del poeta. La morte di Majakovskij segna indelebilmente la vita di Veronika provocandole un trauma spaventoso dal quale, per molto tempo, non riesce a risollevarsi. Solo otto anni dopo quell'evento, su sollecitazione delle autorità sovietiche, la Polonskaja scrive le memorie dalle quali è tratto il nostro monologo.

Con: Andrea Anconetani (lettura), Davide Eusebi (marimba e vibrafono) 

Marcovaldo da Italo Calvino

“Marcovaldo” è un libro che tutti abbiamo letto e dimenticato. Letto perché contenuto in parte nelle antologie della scuola media l’abbiamo dimenticato proprio per lo stesso motivo. E poi perché rimanda ad un periodo della nostra storia che seppur di fresca data è oggetto di involontaria rimozione; quasi si trattasse di occultare una colpa, seppellire una vecchia vergogna. Nel personaggio di Marcovaldo è contenuta una purezza che oggi facciamo fatica a riconoscere nostra ed è proprio questo uno dei motivi per cui ci è sembrato importante ritornarci su. Una voce narrante, quella di Andrea Anconetani, legge quattro tra i più bei racconti di “Marcovaldo”. Far ascoltare invece i suoni sferraglianti della città e quelli più intimi e leggeri che sono propri del mondo poetico del protagonista è compito di Davide Eusebi che li disegna efficacemente con le sue percussioni. 

Con: Andrea Anconetani (lettura), Alessandro Pertosa (tessitura poetica

Gli infiniti ritorni di Ulisse

Conversazione teatrale

Questo spettacolo, che ha debuttato nell’estate del 2019 per T.A.U. (Teatri Antichi Uniti) è un’indagine sulla figura dell’eroe omerico nelle metamorfosi da lui assunte nei secoli. Da personaggio simbolo del nostos a ricercatore che segue “virtute e canoscenza”, fino al moderno paladino del progresso e delle grandi scoperte. In tal senso Odisseo ha letteralmente plasmato le fondamenta culturali dell’Occidente

In repertorio (non più disponibili)

Con: Maddalena Fenucci e Michele Salvatori 

drammaturgia Umberto Piersanti, musica originale Davide Eusebi, scene Massimiliano Orlandoni, costumi Claudia Foresi, assistente di regia Alessandro Alfieri, regia Andrea Anconetani

Anime Perse dai racconti di Umberto Piersanti

Narrazione a due voci di quattro racconti tratti dall'omonimo libro del poeta Umberto Piersanti che descrivono altrettanti fatti delittuosi realmente compiuti da persone che sono o sono state ospiti di centri di recupero del Montefeltro. Quelli che un tempo si chiamavano “Manicomi criminali”. Fatti di emarginazione sociale, reati - certo - commessi da individui affetti da gravi disturbi psichiatrici. Vicende che Piersanti descrive senza indulgere a moralismi, senza giudicare, con la delicatezza e l’immaginazione del poeta. “Anime Perse” è un viaggio in alcune delle dimensioni più oscure e perturbanti dell’animo umano. Un viaggio che non si conclude mai lasciando aperta la strada del dubbio e della compassione. Da dove vengono queste persone? Che cosa è scattato nelle loro menti? Che cosa pensano ora, come vivono? Ci potrà mai essere per loro una qualche redenzione? Sono le domande che ci facciamo davanti a queste storie, a questi lampi di vite smarrite che non hanno trovato la pace. [A.A] 

Con: Maddalena Fenucci 

drammaturgia Alessandro Pertosa, scene Massimiliano Orlandoni, costumi Claudia Foresi, regia Andrea Anconetani

Cassandra di Alessandro Pertosa

I temi portanti di questa Cassandra sono quelli del tempo e del rimpianto. Chi ha desiderato ed ottenuto il dono della profezia vive sospeso in un astratto, infinito presente. Per tutti il passato è il regno del rimpianto, il luogo dell'ineluttabile, del già compiuto. Ma per chi ha avuto il dono-dannazione della profezia il tema del rimpianto si proietta all'infinito e non v'è nessuna salvezza possibile neppure nel futuro. L'unico scampo all'inferno della veggenza è la fuga in viaggi immaginari, impossibili e romanzeschi. In questo monologo di Alessandro Pertosa la Cassandra mitologica rimane sullo sfondo, presupposta, mentre a svelarsi (e ri-velarsi) e il suo mondo interiore, l'intimo straziante dolore sotteso al conoscere. La schiacciante violenza della verità [A.A] 

Con: Paola Giorgi e Gian Paolo Valentini 

scene Hisako Mori e Monica Gattari, regia Andrea Anconetani

Giorni Felici di Samuel Beckett

Happy Days” è un’espressione che gli inglesi usano comunemente per indicare, in senso ironico, i “bei giorni passati”. Ed è di questo che ci parla “Giorni Felici”: del tempo; del tempo passato, soprattutto, del trascorrere inesorabile del tempo in quel deserto che è la vita. Di come per trascorrerlo questo tempo si sia coartati ad eseguire, ritualmente, azioni consolanti quanto vuote a proferire incessantemente parole con le quali si prova a riempire i vuoti. Di come la costrizione estrema sia condizione dell’esistere: “legge di natura”, che nega la tensione a volar via: “in su, nell’azzurro, come una piuma”. Non ci è dato che il passato ma solo nello struggente ambito della memoria; del futuro non v’è che il presagio liberatorio della morte, del ritorno all’inorganico, al quale però, nel suo feroce aggrapparsi alla vita, il vivente non può cedere, dilaniato tra due tensioni opposte, verso il basso e verso l’alto. Testo di estrema complessità, colmo di rimandi e ossessioni, quello di “Giorni Felici” costituisce anche una grande prova d’attrice che Paola Giorgi affronta con coraggio e compiuta maturità artistica. 

Con: Fiorella Talamonti e Lara Catena

drammaturgia Alessandro Pertosa, regia Andrea Anconetani

Apocatastasi di Alessandro Pertosa

"Apocatastasi" è un testo originale di Alessandro Pertosa (filosofo, saggista e drammaturgo). Il tema viene affrontato metaforicamente attraverso l'incedere ciclico di scene che non evolvono in alcuna direzione sostenute da un fitto dialogo tra le due protagoniste (una madre in fin di vita ed una figlia) in cui la parola rimane incapace di aprire orizzonti di senso pur evocando un'attesa che potrebbe rimanere sempre frustrata.